“In questo momento storico la gestione dei rischi non finanziari è particolarmente sfidante perché sono rischi che possono compromettere il valore delle operazioni e dell'azienda bancaria stessa”, ha detto Barbara Chiloiro, Partner di Management Solutions, nella videointervista rilasciata a Bancaforte in occasione dell’evento Supervision, Risks & Profitability 2024.
Per garantire una governance efficace ed efficiente Chiloiro propone di adottare una visione olistica che parta dal costituire all'interno della banca un organismo di gestione dedicato a questo tipo di rischi e organizzata su cinque elementi. Il primo è la definizione della propensione al rischio per questa specifica categoria nel risk appetite della struttura dei rischi; il secondo è una particolare attenzione all'identificazione e alla classificazione di questi rischi. Per la loro valutazione bisogna, poi, affiancare agli elementi quantitativi metodologie di tipo più qualitativo e indicatori che consentano di integrare eventuali rischi aggiuntivi. Cruciale è il tema della governance, da articolare su tre linee di difesa. Oltre a declinare ruoli e responsabilità, è fondamentale stabilire policy e procedure che consentano di standardizzare le azioni di ciascuno dei responsabili. “In sintesi, – conclude Chiloiro – credo che siamo tutti d'accordo che bisogna riuscire a garantire un apparato, un'infrastruttura e un workflow dedicati espressamente ai rischi non finanziari”.
A fronte dei requisiti stringenti imposti dal regolatore, che Chiloiro definisce “uno tsunami normativo”, gli istituti hanno avviato un processo di adeguamento ma che procede a velocità diverse. “Ci sono aziende bancarie con un atteggiamento più tattico, che stanno reagendo attraverso azioni di mitigazione ma senza un modello di controllo sinergico; altre più avanzate ma che conservano ancora un modello a silos e che, quindi, non hanno ancora integrato profondamente questi rischi all'interno della struttura del risk management; infine c’è un gruppo più maturo che ha definito un piano strategico di propensione del rischio da cui discendono tutti gli sforzi che l'organizzazione del suo complesso deve realizzare”.